Esplora la cittadina di Diest e lasciati incantare da eccezionali capolavori realizzati da, dedicati a o ispirati da... donne! Il percorso parte proprio dal beghinaggio, un'antica città nella città abitata da sole donne. Prosegui poi verso la Chiesa di San Sulpizio sul Grote Markt alla ricerca della Madonna di Diest, prima di concludere con i capolavori femminili del museo cittadino De Hofstadt.
Museo della città "De Hofstadt”
Al museo della città, si entra nell'unica sala rimasta del municipio medievale. La sala gotica è oggi per metà interrata, ma all'epoca non fungeva certo da cantina. In occasione della costruzione delle fondamenta della torre della chiesa di San Sulpizio, all'inizio del XVI secolo, il Grote Markt fu rialzato con il terreno in eccedenza proveniente dagli scavi. La Sala Gotica, al tempo forse atrio del municipio, venne a trovarsi per metà sottoterra. Questa fu però anche la sua salvezza perché, quando il municipio fu ristrutturato tra il 1726 e il 1735, l'edificio medievale fu in gran parte demolito e sostituito da un moderno complesso in stile neoclassico. Gli ambienti semi-interrati sono stati mantenuti come fondazioni e scantinati. Fu preservata anche la sala romanica del museo, l'attuale Sala Orange-Nassau, che faceva parte del De Hofstadt, un edificio appartenente al signore della cittadina di Diest, che fu venduto alla città nel 1395 per ampliare il municipio.
Presentazione di Gesù al tempio - Theodore van Loon (1581-1649)
Nella sala dei dipinti del museo della città De Hofstadt si trovano due dipinti di Theodoor Van Loon, provenienti dalla Chiesa di Santa Caterina nel beghinaggio. Van Loon aveva già dipinto La presentazione di Gesù al tempio anche per il ciclo di episodi della vita di Maria per la Basilica di Scherpenheuvel, ma in versione verticale. Gli arciduchi Alberto e Isabella d’Asburgo trasformarono Scherpenheuvel nella roccaforte della Controriforma. Maria era il simbolo delle sofferenze che la Chiesa stava affrontando. La sua verginità e il suo candore simboleggiavano la purezza della dottrina cattolica che combatte l'eresia.
Doppio ritratto con Anna di Lorena - Attribuito a Jan Van Scorel
Anna di Lorena era moglie di Renato di Chalon e Signora di Diest. I due si sposarono nel 1540; per l’occasione, il consiglio comunale di Diest donò ad Anna un prezioso gioiello. Purtroppo non si trattò di un matrimonio lungo e felice; nel 1544 Renato morì nella cittadina di Saint-Dizier, sulla Marna, durante una battaglia contro il re Francesco I di Francia. In mancanza di eredi, nel testamento nominò come suo successore il nipote Guglielmo d'Orange. Ad Anna di Lorena spettò tuttavia l'usufrutto di alcune proprietà, tra cui Diest. Spesso soggiornava presso la Hof van Nassau o nella residenza del funzionario di corte presso il Sint-Jansveld. Inoltre, partecipava spesso alle cene annuali degli scabini ed era coinvolta in vari affari del consiglio. La città la considerava al pari di una protettrice, poiché aveva accesso alla Corte di Bruxelles, centro amministrativo dei Paesi Bassi.
Lo testimonia il fatto che Anna è raffigurata sul sigillo cittadino, in veste di donna che veglia sulla città. Anna di Lorena morì a Diest il 15 maggio 1568 e fu sepolta nel convento dei frati minori. Tuttavia, durante la Guerra degli Ottant'anni, la sua tomba fu violata, dopodiché fu nuovamente sepolta nel coro della Chiesa di San Sulpizio, anche se ancora oggi non si conosce il luogo esatto.
Polittici Besloten Hofjes - Suore di Sant'Annendael
I "Besloten Hofjes” (letteralmente Giardini recintati), ovvero dei polittici a sportelli che rimandano al Hortus conclusus, custoditi nel museo cittadino De Hofstadt, sono stati acquistati dalla città di Diest nel 1967 dalle suore di cella del locale convento di Sint-Annendael. L'iconografia suggerisce che siano stati realizzati dalle suore stesse all’interno del convento. Dato che al momento dell’acquisto erano in pessime condizioni, la città li ha restaurati per riportarli all’antico splendore in occasione di un'esposizione mariana presso la chiesa di San Sulpizio.
Per le suore, questi polittici rappresentavano un mezzo per esternare la loro pietà e la loro devozione, e accompagnano chi li ammira dentro la loro esperienza religiosa. Forse erano destinati alle celle personali, dove venivano venerati per invocare protezione dal male.
Informazioni pratiche
Accessibilità
A causa della sua ubicazione in un edificio storico, questa sede non è accessibile alle persone in sedia a rotelle o ai passeggini.